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Mediazione e multiculturalità Accordo Possibile ICAF

Mediazione e multiculturalità

Le competenze del mediatore civile: conoscere le altre culture per saper mediare.

A Milano la cultura cinese attraverso le straordinarie performance di Shen Yun

Il mondo in cui viviamo è caratterizzato da una popolazione multietnica. Diverse culture, abitudini e credenze si confrontano quotidianamente nelle città, nelle case, nei mezzi di comunicazione. In questo ambiente una reciproca conoscenza e comprensione sono necessarie affinché le relazioni si sviluppino nella giusta direzione.

Dopo anni di formazione e di esperienza, anche i mediatori più esperti, nell’ambito del procedimento di mediazione, si trovano a dover interagire con parti appartenenti a culture, etnie e religioni differenti, spesso poco conosciute, che comunicano in lingue differenti e con un diverso uso della gestualità.

Il delicato rapporto che deve instaurarsi fra le parti e il mediatore necessita quindi di competenze più ampie, di conoscenze che vanno ben oltre la specificità della materia o del procedimento.

Diviene così importante, per un armonioso sviluppo futuro della relazione, ancor prima di interagire nella comunicazione, conoscere a fondo la cultura altrui, apprezzarla, e in alcuni casi riconoscere che la sua essenza è già dentro di noi e risuona con la parte più intima della nostra coscienza, che non conosce separazione alcuna.

Gli strumenti per comunicare nel mondo multiculturale in cui viviamo sono molteplici.

La comunicazione verbale, non verbale e paraverbale rappresentano gli strumenti di cui per lo più ci serviamo per relazionarci con i nostri interlocutori, per conoscere “l’altro”; esistono, tuttavia, forme di comunicazione che ci consentono di entrare in contatto con le culture diverse dalla nostra tramite tutti i sensi di cui disponiamo.

La musica e le danze, ad esempio, rappresentano un linguaggio di tipo universale, attraverso il quale popoli lontani e diversi si ricongiungono e si riconoscono l’un l’altro, all’istante. Quelle che oggi sono conosciute come arti dello spettacolo rappresentano il culmine massimo di ciò che ha espresso l’essere umano e il canale più prezioso per conoscere l’altro.

È questo il caso di Shen Yun Performing Arts, dal cui magnifico esempio il mediatore può trarre incredibile ispirazione e giovamento su come meglio comprendere le altre culture e rinnovare il senso autentico di una cultura di mediazione.

Millenni di leggende cinesi, riportati in vita attraverso la danza

Una figlia si traveste da figlio maschio e prende il posto di suo padre in guerra. Una scimmia magica, un orco e un maiale umanoide proteggono un monaco Buddista mentre viaggia verso i paradisi occidentali alla ricerca dei veri insegnamenti. Un eroe popolare si ubriaca, ma poi salva un villaggio da una tigre feroce. E il Buddha chiede alle divinità del cielo di scendere in Cina e vivere tra la gente, per creare una civiltà di ispirazione divina.

I 5.000 anni di storia ininterrotta della Cina hanno prodotto un tesoro infinito di leggende, miti e classici della letteratura. Queste storie prendono vita in vividi dettagli attraverso le performance stupefacenti di Shen Yun.

Al centro degli spettacoli di Shen Yun c’è la danza classica cinese con le sue tecniche esplosive, movimenti sincronizzati e poteri espressivi. Numerosi stili di danza etnica e popolare della Cina completano la serata. Grandi sfondi digitali animati e raffinati costumi trasportano il pubblico in luoghi lontani e tempi remoti, dalle leggende della creazione della cultura cinese di 5.000 anni fa ai racconti contemporanei di coraggio, dall’alto dei cieli fino agli altipiani polverosi del Regno di Mezzo.

L’intero spettacolo è accompagnata dall’Orchestra di Shen Yun, che fonde due delle più grandi tradizioni di musica classica del mondo: la cinese e l’occidentale. Strumenti antichi come l’evocativo Erhu e il delicato Pipa dettano la melodia accompagnati da un’orchestra occidentale completa, creando nuove e suggestive sonorità.

Cate Blanchett ha definito Shen Yun una «meraviglia raffinata», Donna Karan «Incantevole… recupera l’eredità culturale di ispirazione divina della Cina». Dal Lincoln Center di New York al Palais des Congrès di Parigi, Shen Yun ha toccato il cuore di milioni di persone nel mondo.

Non può essere visto oggi in Cina

Per migliaia di anni, la Cina è stata conosciuta come la Terra Divina, ma sotto i 60 anni di dominio comunista, l’autentica cultura cinese, è andata quasi perduta. Ecco perché non è possibile vedere uno spettacolo come Shen Yun oggi in Cina.

Con sede a New York, Shen Yun è un’organizzazione non-profit. I suoi artisti vengono da ogni parte del mondo per fare rivivere questa gloriosa civiltà. Dalla sua fondazione nel 2006, la compagnia ha ottenuto un successo travolgente, esibendosi nei più prestigiosi teatri del mondo.

Ivan Giordano – Giurista d’impresa, direttore di ICAF ed esperto conoscitore della mediazione civile e degli strumenti ADR, giornalista e autore di importanti libri su mediazione civile, condominio e immobili.

In data 11.11.2013 l’Organismo di Mediazione ICAF riceve un’istanza di mediazione da parte del condominio di via Campo dei Fiori 10 a Milano, nei confronti del signor Luca Chen.

MATERIA OGGETTO DELLA CONTROVERSIA: CONDOMINIO

CONDIZIONE DI PROCEDIBILITÀ: SI

ASSISTENZA LEGALE OBBLIGATORIA: SI

Nella breve descrizione dell’oggetto della controversia, si apprende che i condòmini lamentano il mancato rispetto del Regolamento Condominiale da parte di Luca Chen e della sua famiglia, che ormai da un anno abitano al V piano dello stabile.

Alla prima convocazione, Luca Chen non dà riscontro, per cui si decide di fare un rinvio tecnico.

ICAF contatta un mediatore culturale di lingua cinese con cui collabora proprio per le mediazioni interculturali. Il mediatore, Lisa Wu, contatta telefonicamente Luca Chen, spiegandogli cos’è la mediazione, il motivo per cui è stato chiamato e le conseguenze della mancata adesione. Luca Chen, avendo chiara la situazione, decide di partecipare al procedimento, rassicurato anche dal fatto che sarà presente una persona che potrà tradurre tutto quel che verrà detto.

In data 16.12.2013 la parte istante condominio di via Campo dei Fiori nella persona del suo amministratore dott. Fabio Diegoli, accompagnato da due consiglieri Rossi e Bianchi e dall’Avvocato Pigna, e la parte convenuta Luca Chen accompagnato dalla moglie signora Chen, si presentano presso la sede principale dell’Istituto ICAF in via Copernico 30 a Milano.
Nonostante l’assistenza legale sia obbligatoria, si decide di procedere in maniera irrituale, anche la parte istante è d’accordo.
Il mediatore è il dott. Ivan Giordano, assistito e coadiuvato dalla dott.ssa Lisa Wu.

Il mediatore presenta alle parti l’istituto della mediazione e Lisa Wu traduce in lingua cinese, dopodiché si da la parola alla parte istante.

L’amministratore fa capire che Luca Chen e la sua famiglia (composta dalla Signora Chen e da altre due persone, forse parenti) non solo non rispettano il Regolamento di Condominio ma nemmeno le più “semplici” norme di educazione: prendono l’ascensore a qualsiasi ora del giorno e soprattutto della notte, creando disturbo agli altri condòmini; utilizzano l’ascensore come montacarichi, tenendolo occupato anche per delle ore intere; fanno docce prolungate alle tre di notte; mangiano facendo rumore con i piatti all’alba; stendono i panni nei balconi comuni (mancato rispetto del Regolamento); parcheggiano stabilmente l’automobile nel parcheggio di carico / scarico del condominio (mancato rispetto del Regolamento).

Intervengono anche i consiglieri, sottolineando che ogni qualvolta si cerchi di parlare con queste persone, loro sono sfuggenti e non li ascoltano nemmeno.

Lisa Wu traduce tutto quanto a Luca Chen e sua moglie e, dal linguaggio comportamentale, si intuisce sorpresa e contrapposizione a quanto appena esposto; la signora Chen risulta visibilmente irritata. Luca Chen, che parla un po’ di italiano, dice che non è vero e invece dice che la sua famiglia è oggetto di “dispetti” da parte dei condòmini.

Il mediatore chiede una prima sessione separata con i signori Chen, alla quale è presente la mediatrice culturale.

Luca Chen spiega che ormai da un anno abita insieme alla moglie e ai 2 cugini in quell’appartamento, di proprietà di Ugo Verdi (successivamente apprendiamo dall’Amministratore che questo Ugo Verdi abita in Sardegna e si interessa molto poco dell’appartamento), e che purtroppo il lavoro che fanno li costringe a fare turni anche di notte. Dopo una giornata di lavoro non possono non farsi una doccia e mangiare, per cui lui non comprende come gli altri condòmini possano lamentarsi.

Rispetto invece al parcheggio dell’auto, ammette di non aver mai saputo che l’auto non si può lasciare per più di mezz’ora, dato che vede molte altre auto parcheggiate giornate intere nello stesso posto. Per quanto riguarda invece i panni, spiega dal momento che il loro balcone è molto piccolo e d’inverno non è illuminato dal sole, alle volte mettono lo stendino nel balconcino comune, sottolineando più volte che non da fastidio a nessuno.

La signora Chen, molto agitata, aggiunge inoltre che una volta si è trovata lo stendino ribaltato per terra e i vestiti erano stati calpestati. Da sottolineare che quest’ultima parla rivolgendosi esclusivamente alla mediatrice culturale.

Dopo varie domande, emerge che i signori Chen non hanno mai letto il Regolamento di Condominio semplicemente perché non ne sono mai stati in possesso. E Luca Chen dice anche di averlo chiesto al proprietario di casa al momento della stipula del contratto, ma che non l’hai mai ricevuto, nonostante dal contratto di locazione emerga che lo stesso abbia dichiarato di averne preso visione.
Nel momento in cui gli viene chiesto il motivo per cui non hanno mai parlato con gli altri condòmini, rispondono che l’unico che parla un po’ di italiano è Luca Chen, che è anche colui che incontra meno spesso gli altri condòmini.

Sottolineano più volte che il loro comportamento non è quindi dovuto a maleducazione ma al fatto che non conoscono il Regolamento Condominiale e che non capiscono quando gli altri condòmini si rivolgono a loro. Affermano di voler avere il Regolamento e che lo rispetteranno, di dirlo all’amministratore e agli altri condòmini, loro vogliono solo lavorare e vivere serenamente.

Il mediatore procede quindi alla sessione congiunta con l’amministratore e i consiglieri, esponendo quanto appena emerso nella sessione con i coniugi Chen, che lo hanno preventivamente autorizzato. Effettivamente l’amministratore ammette che di non aver mai dato ai signori Chen una copia Regolamento e non è nemmeno esposto.

Per quanto riguarda gli altri aspetti, Bianchi ammette che in effetti la famiglia Chen non viene trattata molto bene dai condòmini, la maggior parte dei quali non li saluta nemmeno.

Per quanto riguarda il rispetto del Regolamento è chiaro quindi che la soluzione è già stata trovata. Per il resto invece, i condòmini devono cercare di comprendere che queste persone, lavorando di notte, non possono fare a meno di prendere l’ascensore (abitano al V piano) né di lavarsi né di mangiare. Magari potrebbero limitare l’utilizzo della doccia e il rumore dei piatti, ma non annullarlo totalmente.

Tra l’altro, il signor Bianchi ammette che l’ascensore è vecchio e rumoroso, aspetto non imputabile ai signori Chen.

Tornando in sessione congiunta, le parti appaiono visibilmente più distese, il signor Bianchi si rivolge cordialmente alla signora Chen che gli sorride. Il mediatore espone quanto segue e successivamente redige verbale di accordo che contiene i seguenti punti:

  • L’Amministratore fornirà ai signori Chen copia del Regolamento di Condominio tradotto in lingua cinese dalla dott.ssa Lisa Wu, cosicché tutte le regole vengano rispettate.
  • La famiglia Chen si impegna a fare docce brevi durante la notte e a limitare al minimo i rumori, ricordandosi di togliere le scarpe appena entrano in casa.
  • Tutti i condòmini si impegnano a rivolgersi a Luca Chen che comprende abbastanza bene l’italiano, nel caso in cui si dovessero verificare dei problemi sul rispetto del Regolamento o altro.

La mediatrice culturale Lisa Wu traduce il verbale in cinese, di modo che la parte convenuta signori Chen abbiano la copia sia italiana che cinese. Tutti sottoscrivono il verbale di accordo in lingua italiana.

Federica Fullin – Responsabile comunicazione e marketing per ICAF, coordinatrice dei corsi di formazione, responsabile sedi e sportelli di conciliazione.

Fumetto
Autore: Alessandra Nisticò

Alessandra Nisticò – Avvocato, fumettista per passione.

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