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Mediazione e utilità sociale

La mediazione civile come strumento risolutivo delle controversie di cittadini e imprese: il punto di vista del dirigente pubblico

Intervista di Ivan Giordano a Rita Amabile, consulente aziendale ed ex dirigente pubblico, candidata alle elezioni regionali del 04 marzo 2018 in Regione Lombardia.

Dottoressa Amabile, la sua pluriennale esperienza nella conduzione di città di importanza nazionale ed europea e in generale le esperienze di amministratore pubblico che arricchiscono il suo curriculum rendono il suo punto di vista di particolare interesse… qual è la sua generale opinione della mediazione civile oggi e come ne vede l’applicazione in futuro?

Come professionista e come cittadino non posso che rilevare un dato che chiunque abbia avuto contatti con il sistema giustizia ha senza dubbio toccato con mano: la giustizia civile è al collasso!

Che la giustizia sia al collasso è un dato oggettivo, non è un parere. L’Europa se n’è accorta, l’Italia ne è consapevole e il Ministero della Giustizia sta già facendo i conti con i benefici che la mediazione, seppur lentamente negli ultimi dieci anni, ha iniziato a restituire con una compressione dell’iscrizione a ruolo di nuove cause e con un risparmio della spesa pubblica.

Purtroppo nei primi anni in cui la mediazione è entrata in vigore, parlo del 2010, del 2011 e del 2012 in particolare, è stata spesso avversata… le novità spaventano, le novità sovvertono lo status quo, le novità richiedono un approccio culturale adeguato per essere accettate e forse all’epoca non eravamo ancora pronti.

So che molti comuni della Lombardia hanno patrocinato diverse iniziative sul tema della mediazione civile e della conciliazione in questi anni e so che molti di questi comuni hanno anche istituito “sportelli di conciliazione” per aiutare i cittadini a valutare se portare in Tribunale o innanzi ad un Organismo di Mediazione le proprie controversie… penso siano iniziative lodevoli da sostenere, intensificare e ampliare perché servono a fare cultura e divulgazione di questo straordinario strumento non sempre conosciuto.

Dottoressa, è noto che i lavori nello stretto della Manica siano stati consegnati entro i termini contrattuali anche grazie ad un sistema strutturato di gestione delle controversie tramite procedure di conciliazione che venivano direttamente gestite da professionisti dell’ADR in cantiere. Questo viene spesso riportato come esempio di eccellenza quasi sottolineando come il sistema giustizia sia in genere nemico dell’economicità, dell’efficienza e dell’efficacia di un’iniziativa.

La sua esperienza e la sua competenza potrebbero presto essere messe a disposizione a breve della Regione Lombardia, che può essere certamente considerata un punto di riferimento nella gestione pubblica. La Regione Lombardia come noto è la sede di imprese piccole e grandi che trainano l’economia dell’intero Paese. Crede che la Regione possa avere un ruolo nella divulgazione dello strumento “mediazione civile” per la gestione delle controversie fra imprese, oppure che coinvolgono a vario titolo i cittadini o ancora fra questi e la pubblica amministrazione?

Credo francamente che la regione non “possa” ma “debba” diventare un punto di riferimento per le ADR e quindi per gli strumenti conciliativi alternativi al tribunale. In Lombardia si muovono capitali e interessi che non hanno eguali in altri territori. Non si può pensare di attrarre imprese e investitori in un Paese in cui il sistema giustizia rende antieconomiche e sconvenienti anche le imprese più fertili e redditizie. Non si può certo pensare che i costi, i tempi e gli esiti incerti dell’apparato giudiziario rappresentino una leva attrattiva per investitori e imprese, ma semmai il contrario. Divulgare la cultura della gestione delle controversie civili in procedimenti di mediazione normati, gestiti da professionisti in organismi abilitati e riconosciuti dal Ministero della Giustizia rappresenta un punto di forza di cui dobbiamo beneficiare e nel quale dobbiamo investire come Paese. La Regione Lombardia in questo senso dovrà sostenere e patrocinare ogni tipo di iniziativa divulgativa e scientifica atta a migliorare sempre di più questo servizio e a incentivarne l’uso da parte di cittadini e imprese.

Controversie aziendali e societarie, controversie immobiliari e condominiali, controversie bancarie e finanziarie e tutte le controversie che vengono avviate con lo scopo di risolvere un problema non necessitano di una sentenza ma di una soluzione, e questo può essere garantito tramite il ricorso alla mediazione civile. Mi deve concedere però una puntualizzazione: è importante che il mediatore sia davvero competente e utilizzi tutti gli strumenti che la norma gli mette a disposizione, non limitandosi a fare da mero verbalizzatore delle volontà delle parti, altrimenti la mediazione viene evidentemente vanificata.

È un piacere poter condividere con lei e con i lettori questo punto di vista che mi auguro possa rappresentare uno spunto anche per altri amministratori pubblici, oltre che per i cittadini e per le imprese che ci stanno leggendo.

Un’ultima cosa… recentemente l’Osservatorio sull’Uso dei Sistemi ADR con il patrocinio dell’Università Aldo Moro ha realizzato il format televisivo “conflitti da incubo” per divulgare la cultura della conciliazione contrapposta a quella del conflitto giudiziale. Il format è rivolto a tutti, ma in particolar modo ai giovani, che devono fare propria la cultura conciliativa considerando il ricorso alla giustizia ordinaria come residuale alla ricerca dell’accordo. Questo format televisivo è stato girato totalmente a Milano valorizzando le opere d’arte, i monumenti e le ricchezze di questa straordinaria città. Attori, autori, sceneggiatori e presentatori sono tutti avvocati, professionisti, mediatori civili ed esperti che di sabato e di domenica hanno dedicato con semplicità, auto-ironia e passione il proprio tempo per contribuire a cambiare la radicata cultura del conflitto. La Regione Lombardia, la città di Milano e in particolare anche alcune importanti opere d’arte della Pinacoteca di Brera sono state protagoniste di questa straordinaria iniziativa. Arte, cultura e pragmatismo milanese hanno contribuito a dare il punto di vista conciliativo e far emergere la sostanziale inutilità del contenzioso fine a se stesso. Come vede queste iniziative e la relazione fra territorio e conciliazione?

Credo sia un’iniziativa lodevole e senza precedenti. Bisogna iniziare a cambiare la cultura da conflittuale e conciliativa partendo dai giovani. Straordinaria la condivisione del mondo universitario. In queste iniziative andrebbero coinvolte le istituzioni locali perché la cultura del territorio è la prima leva del cambiamento. Milano è la città trainante, la città dell’innovazione ma anche la città del pragmatismo. La ricerca di un accordo alternativo al conflitto è senza dubbio facente parte di quella cultura milanese e direi pure lombarda che ogni giorno contribuisce a far sì che in questi territori le cose oltre a dirle si facciano. “Fare”, “realizzare”, “costruire” sono verbi che sicuramente fanno parte della cultura milanese e lombarda e del mio personale modo di essere e di essere al servizio dei cittadini. Concludo dott. Giordano dicendo che sarebbe bello che Milano diventasse la “Città della Conciliazione” e che la Lombardia diventasse “Regione della Conciliazione”, cogliendo ancora una volta l’occasione di essere l’esempio trainante per il nostro Paese.

Ivan Giordano – Giurista d’impresa, direttore di ICAF ed esperto conoscitore della mediazione civile e degli strumenti ADR, giornalista e autore di importanti libri su mediazione civile, condominio e immobili.

Rita Amabile – Consulente aziendale ed ex dirigente pubblico, candidata alle elezioni regionali del 04 marzo 2018 in Regione Lombardia.

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